Dal 2013 pensioni più lontane e più povere
E' l'effetto della "speranza di vita" e della revisione dei coefficienti di conversione, introdotti dalla legge 214/2011, entrata in vigore l'1-1-2012, ma i cui effetti concreti si avranno principalmente a partire da quest'anno. Dal 1-1-2013 scatta infatti l'aumento di tre mesi sui requisiti relativi all'età anagrafica per le pensioni di vecchiaia e quelle anticipate, per effetto dell'adeguamento della speranza di vita. Da quest'anno per avere diritto alla pensione di vecchiaia si dovrà avere, per i dipendenti nel privato, 62anni e 3 mesi se donna e 66 anni e 3 mesi se uomo (per le donne del settore pubblico già dal 2013 scattano i 66 anni e 3 mesi, come per gli uomini). Per la pensione anticipata occorrono 41 anni e 5 mesi di anzianità se donna e 42 anni e 5 mesi se uomo. Nel 2018 donne e uomini saranno parificati 66 anni e 7 mesi per la pensione di vecchiaia. Altra novità sono i coefficienti di conversione, ossia percentuali di rivalutazione che applicate alla somma dei contributi versati, determinano l'importo delle pensione: sono fissati per legge, e per ciascuna età sono rappresentativi della futura speranza di vita media. Dal 2013 chi andrà in pensione prima dei 65 anni, avrà una riduzione media di circa il 2-3%, mentre sarà avvantaggiato, con pensioni più alte, chi lascerà il lavoro tra i 65 e 70 anni.
Per gli anni 2012-2013 si prevede inoltre la rivalutazione automatica al 100% delle pensioni, solo a quelle fino a tre volte il trattamento minimo dell'Inps (fino € 1.443,00 viene applicata una rivalutazione di circa il 3%). Non sono rivalutate tutte quelle di importo superiore.
Non c'erano ragioni di tenuta del nostro "sistema previdenziale" che potessero giustificare la riforma delle pensioni voluta dal governo Monti e dalla ministro Fornero. Il nostro sistema era, anche secondo la CE e il FMI, perfettamente sostenibile. L'operazione è stata fatta per mere ragioni di cassa: era necessario reperire risorse per garantire il pareggio di bilancio nel 2013 e non si è avuto il coraggio e la volontà politica di tagliare o di far pagare dove sarebbe stato più opportuno, intervenendo ad esempio nei costi della politica e nella lotta all'evasione. E invece no: si è scelto la strada più iniqua e più facile di colpire i "meno ricchi" (o i più poveri), perchè come si dice "avranno di meno ma sono in tanti".
Risposta di Mario Miano | 13:33 - 18/01/13 |
Dopo i gravi fatti che hanno coinvolto ancora una volta la passata amministrazione del Comune di Parma, la UIL esprime un sentimento di delusione e di "rabbia" per quanto è avvenuto.
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