La Norda vuole un’altra concessione per estrarre più acqua dalle falde dell’Appennino parmense, ancora sul monte Pelpi, a Masanti. Un progetto per sfruttare al massimo il prezioso “oro blu”, che viene tolto a chi abita le alte valli in cambio di briciole.
Poche settimane fa, è stata pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione la richiesta formale di Norda di una nuova “coltivazione di acqua minerale naturale da denominarsi ‘Vetta’ nel territorio del comune di Bedonia”. La multinazionale ha progettato la costruzione di un collegamento di 2,3 km da un nuovo pozzo già scavato in fase di ricerca, allo stabilimento esistente, per aggiungere l’acqua della nuova concessione chiesta con quella già estratta dalla concessione “Armonia”. Il progetto prevede anche la costruzione di un nuovo serbatoio in cemento e acciaio da mezzo milione di litri e un nuovo locale per la distribuzione delle acque su diverse linee di imbottigliamento, con un investimento di circa 700mila euro.
In cambio, Norda offre alcune piccole opere di compensazione: la sistemazione della strada fra Masanti e Selva, dell’acquedotto di Scopolo e delle proprie opere di captazione (questa non sembra proprio un’opera di compensazione). Poi la sostituzione delle piante che abbatterà per costruire il suo nuovo acquedotto (anche questa non è affatto compensativa) e la costruzione di un piccolo serbatoio da 5mila litri per l’abitato di Scopolo. Perché mai un paesino che sorge su uno dei monti più ricchi d’acqua di tutto l’Appennino avrebbe bisogno di un serbatoio? Ma perché l’acqua finisce prima nelle bottiglie della Norda che nelle fontane e rubinetti della gente che vive qui.
Nel 2015, il gruppo Norda ha superato il miliardo di litri d’acqua venduti. Una fetta non trascurabile viene dall’acqua presa sull’Apennino parmense, attività che al territorio non lascia quasi nulla. Al momento, a Masanti Norda ha tre linee di imbottigliamento, con una capacità di 44mila litri all’ora. Nel 2016, l’obiettivo di Norda è vendere 65 milioni di bottiglie a marchio Lynx e 30 milioni a marchio Vela, entrambi estratti sul Pelpi. Sono 25 milioni di bottiglie in più che nel 2015. Con il nuovo marchio “Armoni”a vuole aggiungere altri 15 milioni di bottiglie nel primo anno, che potranno però crescere di molto. Di tutto questo, nell’area dove viene presa l’acqua a costo irrisorio non resta quasi nulla. Il progetto di ampliamento, con il nuovo pozzo che toglierà altro liquido al monte, Norda si ripromette di assumere tre persone e due stagionali in più: poco più di nulla in confronto ai guadagni della multinazionale.
Tutti gli interessati possono presentare osservazioni al progetto, ma solo fino al 25 settembre 2016. Poi sarà la Regione a decidere se avallare il nuovo piano di sfruttamento delle acque.
Inchiesta del quotidiano online Parmaquotidiano.info
Risposta di Vincenzo | 21:23 - 01/09/16 |
Per sapere che sarà un grosso problema dobbiamo aspettare che l'acqua manchi nel capoluogo Bedonia e solo allorà si che alzeranno lance e scudi e poi tutti a Masanti a protestare!!!!
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Risposta di P.B. | 12:55 - 18/09/16 |
Palmiro sono dispiaciuto per te ma qui nessuno ne vuole parlare e "acqua in bocca" è la parola d'ordine partendo da masanti per arrivare al municipo di bedonia. Una volta questa fabbbrica si chiamava LYNX adesso no
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